Iniziamo il 2025 ……..

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le dichiarazioni di Di Muro: tra propaganda e immobilismo

Questa mattina ho avuto modo di vedere il video di  Flavio Di Muro, in cui si è autocelebrato per i lavori svolti in città. Tuttavia, un’analisi attenta delle sue dichiarazioni e un confronto con la realtà evidenziano una serie di incongruenze e una preoccupante mancanza di risultati concreti.

Ha parlato di “cantieri inaugurati”, ma tra questi ha incluso perfino un cantiere privato per la costruzione di un campo da padel. Se questi sono i “risultati” della sua amministrazione, viene da chiedersi dove siano le opere pubbliche di rilevanza. Inoltre, molti dei cantieri che cita — come la scuola Cavour, il parcheggio nelle aree ferroviarie, le scogliere e il centro sociale — sono stati voluti, progettati e finanziati dalla precedente amministrazione.

A fronte di questi interventi, da mesi i suoi annunci cadono nel vuoto: la passerella pedonale, l’Aurelia bis, il Palazzo della salute, il parco ferroviario del Roja e persino il sottovia di Peglia restano progetti fermi. Il risultato è una sequenza di proclami disattesi, che alimentano soltanto l’insoddisfazione dei cittadini.

Si è vantato di aver migliorato la pulizia urbana, ma la realtà racconta una storia ben diversa. La città è sporca, e i cittadini si lamentano quotidianamente della gestione inefficace della raccolta rifiuti. La tanto decantata “pulizia” del greto del fiume si limita a un intervento sporadico e senza una visione a lungo termine.

Le responsabilità del passato sono diventate un comodo alibi per giustificare il fallimento nell’avvio di nuove strategie. Anche l’appalto per la pulizia pubblica, che attribuisce alle amministrazioni precedenti, non è stato migliorato né rinegoziato in modo efficace.

Per quanto riguarda la sicurezza, Di Muro ha preferito risolvere i problemi chiudendo gli spazi pubblici che non era in grado di gestire: ingressi veicolari bloccati con palizzate, grate lungo il fiume, e una generale limitazione della fruibilità urbana. Queste non sono soluzioni, ma misure temporanee che denotano mancanza di progettualità.

Anche tra i consiglieri di maggioranza si respira incredulità e frustrazione. Molti si sentono esclusi dalle decisioni, usati solo per approvare delibere di cui non conoscono i dettagli. La superficialità e l’irresponsabilità dell’attuale amministrazione sono emerse chiaramente durante la presentazione del bilancio di previsione, un momento che ha mostrato la mancanza di organizzazione e coerenza politica.

L’unico risultato “concreto” di Di Muro sembra essere l’incarico da 92.000 euro all’anno ricevuto a livello regionale. Resta da capire come intenda conciliare questo impegno con la gestione di una città già in difficoltà. È giunto il momento di una scelta coraggiosa e coerente: o Ventimiglia o Genova.

La situazione di Ventimiglia è sempre più preoccupante. I cittadini sono stanchi di annunci vuoti e di un’amministrazione incapace di rispondere alle sfide del presente. La città è ferma, e la gestione politica sembra orientata più a spartirsi le competenze tra partiti che a risolvere i problemi reali.

Serve un cambio di passo immediato. Altrimenti, Ventimiglia rischia di restare prigioniera di un immobilismo che blocca il suo sviluppo e il suo futuro.

Gaetano Scullino

Bruno Giri scrive ….

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Sui miei post su Fb gli Insight sono migliaia e i commenti, invece, uno o al massimo due, il che significa che dentro e fuori i palazzi del potere la confusione mentale è ormai penetrata nella testa di tutti.

L’aritmetica è una opinione -spiega Mauro Merlenghi a Ventimiglia- dove 2 + 2 = 5 nel bilancio 2025 e a Sanremo il PD dice che 9 – 2 = 9 sul numero legale dei seggi riservati all’opposizione.

A Imperia Scajola arriva a multare l’opposizione che si presenta in Consiglio senza giacca e cravatta mentre in città i vigili urbani indagano sui comunisti armati di bombolette spray che imbrattano i muri.

Fuori dai palazzi del potere invece la maggioranza delle persone normali ha ormai capito di aver in testa la nebbia cerebrale e si rassegna.

Altri invece pensano solo di trovarsi nel corteo sbagliato e sperano di poter rientrare in quello giusto, leggono i miei post su Di Muro, Mager e Scajola senza commentare e confidano nell’opposizione.

Il 2025 vedrà crescere il numero dei rassegnati e assottigliarsi quello dei fiduciosi, mentre gli addetti ai lavori galopperanno lontani dalla realtà quotidiana.

Un dato per tutti: la programmazione e la previsione contabile deliberate dal decisore “politico” sono aria fritta se non sono tradotte in atti di gestione operativa e l’unica loro scadenza è annuale, ora prorogata da Piantedosi al 25 febbraio 2025.

Tutti gli altri termini sono semplicemente ordinatori e la stessa scadenza non è una “tagliola” come per la verifica degli equilibri di bilancio, ma può essere preceduta da un commissario “ad acta” prima di arrivare allo scioglimento del Consiglio comunale.

E invece a Ventimiglia per l’opposizione l’aria fritta è diventata una polpetta avvelenata, con esclusione del solo Scullino che non ha abbandonato l’aula ma è rimasto e ha votato contro.

“Tano” infatti ha capito che la polpa è un’altra, cioè la novità del Piano triennale dei lavori pubblici introdotto dal nuovo TU dei contratti pubblici (Decreto Legislativo 31 marzo 2023 n. 36) e composto di 7 schede asseverate e firmate dal Responsabile dell’Area tecnica di gestione operativa inserite nel DUP e interfacciate dagli impegni inseriti a bilancio di previsione.

Quando Scullino è decaduto il 23 giugno 2022 molta di quella polpa aveva già priorità massima nel triennale 2022-2024.

Figuriamoci tre anni dopo nel 2025-2027 quando il totale delle priorità massime è salito a € 20.213.000, si sono perduti i contributi di Peglia e del Mercato Coperto e tutte e 13 le priorità massime del 2025 sono ancora ferme su un “Documento di fattibilità delle alternative progettuali (progetto di fattibilità tecnico-economica)” in base al nuovo TU dei contratti pubblici (Decreto Legislativo 31 marzo 2023 n. 36).

Mia nonna Rosa diceva: “Chi non sa fare, insegna.” A Genova, evidentemente, hanno preso la lezione alla lettera, trovando l’uomo giusto per un incarico di consulenza sui lavori pubblici: Di Muro, con un compenso di 92.000 euro all’anno.

La nebbia è sempre più fitta.

 

Bruno Giri