Baby Yoda ieri commentava ironicamente le strane abitudini di noi terrestri che con i cenoni e le sbronze di fine anno ci illudiamo di cancellare le disgrazie.
Non si riferiva a questo fine anno 2022 ma al prossimo 31 dicembre 2023 ore 24, quando, in tema di concessioni demaniali marittime ad uso turistico-ricreativo, scadranno quelle “in essere alla data di entrata in vigore della legge n. 118 del 2022 che ha abrogato la legge n. 145 del 2018”.
Da quel momento in poi se la Corte di Giustizia Europea non avrà ancora deciso sulla validità e sulla efficacia della direttiva 123/2006/CE, la c.d. “Bolkestein”, per i “balneari” italiani, che in Liguria sono davvero tantissimi, saranno cazzi amari e a Capodanno per loro ci sarà poco da festeggiare.
Lo ha stabilito il TAR Liguria martedì scorso con la sentenza 00019/2023 e la cosa è passata inosservata un po’ perché riguardava un piccolo centro delle Cinqueterre e un po’ perché l’attenzione generale era rivolta all’ultima festa, l’Epifania.
Su Saturno, invece, non funziona così e il mio consulente legale mi ha subito informato.
Se a Sanremo l’Atene che piange è il Porto Vecchio, mi ha detto Baby Yoda, la Sparta che non ride è l’insieme del sistema balneare cittadino, tutti e due del demanio marittimo.
E lui continua a girarci attorno a quest’ultimo fatto.
Non ha digerito che nella sentenza di annullamento degli atti del restyling di un bacino di mare non si parli mai del demanio marittimo e neppure del signor Bolkestein i quali invece sono comparsi martedì scorso per fottere il popolo dei bagnini e dei bagnanti.
Senza bisogno di formalizzare la mia curiosità con un quesito pro veritate ecco le sue perplessità “saturnine”.
Sul nostro pianeta loro hanno il “SIB” acronimo di “Sindacato Italiano Balneari” e sono iscritti alla “FID”, acronimo di “Federazione Imprese Demaniali”, ma viste dal cosmo le assurdità hanno aspetti surreali che noi umani non riusciamo a percepire.
Come il fatto che il Demanio marittimo debba per definizione del codice civile rispondere a una domanda indifferenziata di fruizione pubblica collettiva ma poi possa essere “privatizzato”, segregato e concesso in esclusiva per un certo periodo a un “quivis ex populo” dietro un canone irrisorio.
Però a Sanremo se il “quivis” copre il mare con un enorme silos galleggiante di plastica, vetro e acciaio per 65 anni e paga in project financing non c’è bisogno di chiedergli “libretto e patente”, se invece ci fa nuotare il popolo dei bagnanti deve essere scelto a brevi intervalli tra i “quivis” di 27 Stati, compresi quelli che il bagno lo fanno con le foche e i trichechi.
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Niente di personale con il “Reuben Brothers Fund”, sia chiaro, però Baby Yoda mi ha citato un’altra assurdità surreale che lui vede da Saturno e che riguarda la proroga della concessione demaniale di Portosole a Sanremo.
Dopo 50 anni doveva scadere il 30 luglio 2024, cioè 212 giorni dopo la scadenza legale del 31 dicembre 2023 di tutte le concessioni demaniali marittime ad uso turistico-ricreativo di cui si dice prima.
Invece, all’insaputa di tutti e in particolare di noi sanremesi e alla faccia della trasparenza e della “par condicio”, con atto suppletivo 14 dicembre 2001 Registro concessioni n. 505, Registro atti n. 155, l’Amministrazione Marittima l’ha prorogata per 40 anni cioè fino al 31 luglio 2064.
La “Bolkestein” non c’era ancora, sarebbe arrivata solo il 12 dicembre 2006, 5 anni dopo, non c’era neppure il TFUE, cioè il trattato sul funzionamento dell’Unione europea e in piedi c’era solo l’articolo 43 del “platonico” Trattato istitutivo.
Da noi operava un italianissimo, duttile, malleabile e elastico regolamento D.P.R. 2 dicembre 1997, n. 509 recante “disciplina del procedimento di concessione di beni del demanio marittimo per la realizzazione di strutture dedicate alla nautica da diporto, a norma dell’articolo 20, comma 8, della legge 15 marzo 1997, n. 59”.
E la “Pantera Rosa” deve averne approfittato per prendere in braccio e coccolare l’Agenzia del Demanio che vedeva la luce proprio in quei giorni.
Con quel cognome da feldmaresciallo SS, la Marzabotto della “Bolkestein” si chiama “Proroga automatica”, quando incappa in una proroga l’ordine è “Kaputt!”.
Appena approvata a Bruxelles quella panzer-direttiva e ecco che il ministro Frattini buonanima il 2 febbraio 2009 si beccava una costituzione in mora per l’articolo 37 del nostro Codice della Navigazione che con il “diritto di insistenza” favoriva il concessionario uscente e poi, avendo fatto il furbo, il 10 giugno 2010 con il numero 4967 di protocollo si prendeva sui denti una formale procedura di infrazione, la “n°. 2008/4908”, celeberrima.
Diciamocelo, se l’era cercata.
Aveva mandato a Bruxelles il decreto-legge n.194/2009 che ubbidiva abrogando l’articolo 37 e fissando al 31 dicembre 2012 l’ultima improrogabile scadenza ma poi lo aveva convertito nella legge 25/2010 che con un emendamento aveva fatto rientrare dalla finestra quello che era uscito dalla porta, e loro se ne erano accorti.
Il 27 febbraio 2012 il Governo Monti chiudeva la procedura di infrazione con una solenne presa per il culo: il 31 dicembre 2015 basta proroghe.
La vaselina era un ordine del giorno del Senato del 5 maggio 2011 e una risoluzione del 27 settembre 2011 del Parlamento europeo, approvati all’unanimità, sul riordino e sulla revisione della normativa nazionale, il primo li prometteva e il secondo fingeva di credergli.
A questo punto copio e incollo un passaggio delle 25 pagine dell’Ordinanza del TAR Puglia, Sezione I di Lecce che l’11 maggio 2022 ha preso di petto la questione della validità o meno della “Bolkestein” e l’ha messa sul tavolo della Corte di Giustizia dell’Unione Europea.
Eccole: “In definitiva, la normativa di secondo livello non è mai infatti intervenuta e, per contro, il termine di proroga delle concessioni in essere, originariamente fissato al 31/12/2015, è stato quindi ulteriormente differito dapprima al 31/12/2020 e, successivamente, al 31/12/2033 (Legge145/2018)” e poi al 31 dicembre 2023 con la legge n. 118 del 2022 del Governo Draghi, aggiungo io.
E a proseguire: “In assenza di una effettiva legge di attuazione della direttiva e di una regolazione della materia con norme vincolanti ed efficaci sull’intero territorio nazionale, la competenza dei singoli dirigenti comunali ha intanto determinato uno stato di caos e di assoluta incertezza del diritto, con gravi ricadute negative sull’economia dell’intero settore, un settore strategico per l’economia nazionale.”
Baby Yoda ha commentato: “Tra Frattini, Monti e Draghi, voi terrestri avete una strana idea dei tecnici, anche quando sono i migliori”.
Bruno Giri