Quando si scherza con l’acqua e col gas

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Un “politico” di terza fascia ieri mattina mi chiedeva perché non mi faccio i cazzi miei invece di interessarmi degli A.T.O., acronimo di Ambito Territoriale Ottimale, dell’acqua e del gas.
Credevo fosse un “avvertimento” e invece era curiosità allo stato puro.
Mi sono intenerito nello scoprire che era ancora vergine, la Mamma non gli aveva detto ancora niente.
Non sapeva dei poteri affidati nelle “partecipate” al socio privato e era all’oscuro dei patti parasociali sull’affidamento diretto di incarichi professionali e di lavori in deroga.
Tanta roba, sedurrebbe anche Maria Goretti, figuriamoci certi bagascioni in circolazione.
Tutto legale, alla luce del sole, con i soliti teatrini nei Consigli comunali che devono aprire la porta al privato e quelli che “non ci stanno”, come a Ventimiglia il “Caso Scullino”, vengono sciolti e il commissario dà subito dopo la delega in bianco sull’acqua pubblica al presidente della provincia, fan di IREN, in attesa che arrivi la convoca del gas.
Non mi stupirei di trovare nella gerla di Babbo Natale una sorpresa analoga.
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Ieri mattina avevo fretta, dovevo prelevare i Nipotini a scuola, e per chiudere gli ho fatto un esempio pratico, quello del conflitto nell’ATO Genovese tra IREN Tigullio e il sindaco di Chiavari per i lavori “extra”.
Mi sono riferito a una guerra di trincea che intasa il T.A.R. e che riguarda la pulizia delle canalizzazioni delle acque bianche, delle caditoie e dei braccetti di collegamento dopo ogni temporale e più in generale la raccolta e l’allontanamento delle acque meteoriche e di quelle reflue provenienti dagli insediamenti umani.
A questo punto il mio interlocutore mi ha mostrato un foglio datato 14 novembre 2019 con l’elenco delle cambiali che Scullino avrebbe “protestato”.
Era un documento del presidente del Comitato di Quartiere “Magliocca-Gallardi” che, tra buche stradali e lampioni assenti, tra griglie e tombini intasati e problemi di segnaletica ingannevole, tra muri spanciati e telecamere contro i furti e le discariche abusive, toccava i punti dolenti dell’acqua potabile e del gas.
Col telefonino ho fotografato la reverente supplica dei sudditi genuflessi: sul ciclo integrale dell’acqua di “Rivieracqua” che include le fognature: “8) Risoluzione della problematica di perdita di tubo della fognatura in Via Gallardi sotto il ponte autostradale. Problematica segnalata già da svariati mesi all’amministrazione e alla presidenza di AIGA. Ciò comporta gravi violazioni di legge in relazione all‘igiene e alla sanità pubblica”.
Sull’A.T.O. imperiese del gas che è come Godot, ma un giorno o l’altro arriva: “14) Valutazione di fattibilità per messa in opera di tubazioni gas di città (metano) ove assenti. Possibilità di raccolta firme proprio per sollecitare anche la società erogatrice gas (Italgas?) a provvedere all’installazione e messa in opera. Ciò è di fondamentale necessità per la cittadinanza.”
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Gli ho spiegato che “de minimis” le cambiali Scullino le aveva girate con delega in bianco ai suoi assessori, sorvegliati da un city manager, e che avevano a disposizione un budget adeguato e ottimi tecnici dell’apparato comunale.
Quanto al resto, acqua e gas, gli ho aggiunto che coi privati nei due A.T.O. provinciali pubblici, Ventimiglia “commissariata” se lo sogna e in futuro è destinata a vivere prona e genuflessa a 90 gradi.
E ho concluso che Scullino si è ribellato e ci ha lasciato le piume.

Bruno Giri

Realtà, retroscena, e “duck test”

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“Bisogna sempre stare attenti perché spesso la realtà non è quel che sembra o come ci viene raccontata! Magari a distanza di tempo si viene a conoscenza di qualche interessante retroscena ed allora tutto assume un altro significato! Occhi aperti amici !!! Buon sabato.”

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Andrea Spinosi questa mattina da Ventimiglia Alta ha fatto cadere su Ventimiglia Bassa questo invito a stare attenti e non per un affare di corna.
Non lo nascondo, sono un suo fervente ammiratore da quando da Presidente leghista del Consiglio comunale il 23 maggio scorso ha definito “carbonari” Roberto Nazzari, Domenico Calimera e Massimo Giordanengo, i tre consiglieri leghisti che sono andati a firmare da un notaio con i sei consiglieri del PD per sciogliere l’Assemblea e far decadere la Giunta e il Sindaco Gaetano Scullino.
Purtroppo per la proprietà transitiva da questo “insieme”, al quale “last minute” si aggiungerà il consigliere Ino Isnardi, che definirei “Fratello di sé stesso più che Fratello d’Italia”, l’epiteto si è trasferito all’intero “insieme” della Lega, magari ad alcuni collusi tipo Flavio Di Muro, Mabel Riolfo e Simone Bertolucci, però non ufficialmente coinvolta come Partito gerarchicamente strutturato.
Questa mattina leggo su “Sanremonews.it” che i tre “carbonari” e la loro ruota di scorta pignasca si sono incontrati a nome e per conto del “Centrodestra Unito” a meditare sui destini della coalizione.
La medesima proprietà transitiva trasferisce, ovviamente, le loro meditazioni al livello gerarchico superiore, quello provinciale, perché a primavera si voterà anche a Bordighera e a Imperia e tra diciotto mesi in appello a Sanremo.
Ah! dimenticavo! Allo storico incontro, rivela sempre “Sanremonews.it”, hanno assistito anche alcuni laici, frustrati, ingrati e incompresi, li lascio anonimi e chiusi nella ristretta cerchia dei loro familiari, parenti e amici costretti a votarli per dovere d’ufficio.

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Torno a ripeterlo, ho fatto politica in un’altra delle mie vite precedenti, ero democristiano della corrente di destra, Zaccari a Imperia, Lucifredi a Genova, Scelba a Roma e Sturzo in biblioteca e ho raggiunto la pace dei sensi.
Però l’allusione di Andrea Spinosi a “qualche interessante retroscena” mi intriga come in un giallo di Agatha Christie e mi spinge a cercare di “venirne a conoscenza”.
Ed è lì che, purtroppo, mi è toccato dare ragione ai miei tre nemici giurati in politica, a Georgi Valentinovich Plekhanov, il pensatore tartaro padre nobile del marxismo russo che ha scoperto l’eterna e immortale categoria degli “utili idioti”, a Vladimir Ilyich Ulyanov detto Lenin che l’ha utilizzata e a Antonio Gramsci che l’ha tradotta in italiano.
“Absit iniuria verbis”, conosco bene il confine tra “utile idiota” e solo “idiota”, però anche la Liguria è piena di loro ad animare i retroscena, bisogna farsene una ragione, in certi casi poi, come in provincia di Imperia, è addirittura in atto una epidemia di “utile idiozia”, con Ventimiglia come Codogno.
Senza pubblico per il quale fare notizia diventano “inutili idioti”, ecco perché trasferisco la mia indagine sui “furbetti” che li utilizzano.

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Per indagare userò il mio consueto metodo, il “duck test”, il test dell’anatra, con la premessa maggiore “certa”, quella minore “dubbia” e la conclusione “probabile”: “Se sembra un’anatra, nuota come un’anatra e starnazza come un’anatra, allora probabilmente è un’anatra.”
L’autopsia del “Campo largo” di Letta rappresenta la “certezza”, e la sua controprova è la vittoria del “Centrodestra Unito” alle politiche.
Sul tavolo dell’obitorio ci sono tre inquilini sfrattati da Palazzo Chigi, Letta, Renzi/Calenda bifronti e Conte, sezionati dal bisturi della “Sindrome nostalgica del Premier”.
In Liguria il “dubbio” trova smentita soltanto per Conte perché nella Patria del loro Fondatore i grillini non attecchiscono in maniera significativa, il PD e “Renzi/Calenda” invece nuotano e starnazzano.
E qui ai piedi del “Centrodestra Unito” casca l’asino, anzi il cavallo, quello di Troia, il “Terzo Polo”, dentro il quale le due anatre di sinistra cercano di espugnarlo usando, appunto, legioni di “utili idioti”.
Per scoprirli la “password” è sempre la stessa: “Bisognosi” che apre il menu della cartella “Bisogni” suddivisa in tanti “file” tipo “tengo Famiglia” o “tengo Azienda” o “tengo Studio professionale”, o “Tengo bottega” e altri ancora fino al “file” residuale: “Tengo una testa di cazzo”.

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Tornando a noi, chi legge è libero di incasellare come vuole in un “file” questo o quel protagonista in uno qualsiasi dei vari focolai di questa epidemia, io mi limito agli “interessanti retroscena” di Andrea Spinosi a Ventimiglia.
Quando a casa di Scullino e Palmero ho visto la Paita, ex PD che ha incontrato Calenda e Renzi sulla strada di Damasco, ho subito pensato alla lupacchiotta che perde il pelo ma non il vizio.
Quando ho visto la volpe di staff indossare la giacca di Scullino e entrare nel suo pollaio mi sono chiesto: “Cui prodest? in politica e poco dopo nel vedergli mangiare, una a una, le galline, ho capito che tra i due Poli aveva scelto il terzo.
Quando tra quelle galline ce n’erano anche con la maglietta “Cambiamo” mi sono preoccupato per il pollaio di Toti e di Scajola junior.
Quando nel Tempio di Calenda ho assistito al rito di iniziazione dell’apprendista libero pensatore Giuseppe Palmero strappato al plagiatore Scullino mi sono reso conto che Ventimiglia era diventato il Donbass degli invasori.
Sono soltanto alcuni momenti flash di retroscena ben più vasti e profondi però eloquenti.
Penso alle ligagne con Biancheri su “Porto di Sanremo”, o ai doni “propter nuptias” del matrimonio di “Rivieracqua” con i privati di IREN, penso alla danza del ventre a Mulè per Scajola senior e a tante altre cose che ho in mente ma che non posso dire.
A questo punto devo pentirmi di avere rifiutato un caffè che gentilmente mi aveva offerto Simone Bertolucci senza conoscerci di persona, altrettanto per Mabel Riolfo e per Flavio Di Muro, che anche loro, come Gaetano Scullino, in fondo, devono essere bravi Cristi che amano questa meravigliosa Città.
Potrebbe essere un amore di gruppo, senza affari di corna con “utili idioti” nell’armadio.

Bruno Giri