Scrivo questo post in memoria della politica estinta. C’era stato un momento, o almeno così mi era parso, in cui la sinistra era la sinistra, la destra faceva la destra e la legava diceva cose da neo-fascismo. In ogni caso, quel che pareva a me, è che si potesse riscontrare un’identità precisa – un prototipo quasi – di ogni fazione politica, almeno di quelle estreme. Insomma, se eri un neo-nazi, facevi il saluto romano, pestavi i “negri” durante le ronde notturne e mettevi, anche con il completo, gli stivali neri, rigorosamente militari. Se eri un comunista, sventolavi il pugno alzato, mettevi la Kefia e professavi la povertà (quasi) come un francescano. Cantavi bella ciao con la chitarra, di fronte al fuoco. Continua a leggere
Il gusto estetico della chiacchiera
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