Mi è ricapitato in mano un testo dei primi anni dell’università. Si tratta di un libretto di poche pagine con il quale Taylor, chiamato a difendere il “taylorismo”, spiega quello che secondo lui era il dramma dell’umanità: l’aver pensato, per tanto tempo, che l’imprenditore e i lavoratori delle fabbriche incarnassero, senza ombra di dubbio, due parti distinte e contrapposte del problema della distribuzione della ricchezza nel mondo. Sostiene, con una chiarezza espositiva che mai riuscirò a pareggiare, che il fermarsi a litigare per dividere un pasticcino in 100 parti ha fatto perdere all’umanità la possibilità di costruire una torta talmente tanto grande che nessuno avrebbe mai dovuto litigare per dividerla. Dopo questa semplice chiacchierata, Taylor prende e crea le nuove fabbriche, le nuove industrie e, insieme a Henry Ford, crea il nuovo mondo, quello in cui anche io, di umili origini, posso permettermi un’auto. Continua a leggere→